Intelligenza artificiale in Sanità: tra opportunità e sfide per medici e pazienti

25 novembre 2025 di
@kiranet.it

(Fonte: Comunicato Stampa) L’Intelligenza artificiale (Ai) sta diventando uno strumento sempre più presente nella Sanità italiana, ma il suo impatto varia notevolmente tra strutture e professionisti. È quanto emerge dall’indagine Datanalysis 2025, presentata da “MioDottore” in occasione del decimo anniversario della piattaforma e a un anno dal lancio del servizio “NOA Notes” dedicato al supporto medico-paziente tramite Ai.

Secondo Stefano A. Inglese, esperto di politiche sanitarie, le tecnologie digitali e l’Ai possono alleggerire il carico burocratico, semplificare procedure, generare documentazione clinica e supportare il monitoraggio dei pazienti cronici, liberando tempo prezioso per la relazione di cura. Tuttavia, per sfruttarne appieno le potenzialità, è necessario aggiornare anche i modelli organizzativi.

L’indagine, condotta su 2.000 medici e 1.000 pazienti cronici, mostra un quadro in evoluzione ma con evidenti disomogeneità di competenze e accesso tecnologico. Tra i pazienti, il 79% utilizza già strumenti digitali come app di prenotazione, teleconsulto o dispositivi indossabili e il 61% conosce l’Ai in ambito sanitario, seppur superficialmente. Oltre metà dei pazienti visita il proprio medico 3-5 volte l’anno e più del 50% ritiene che l’Ai rivoluzionerà il modo di ricevere le cure.

Giuseppe Recchia di Fondazione Tendenze Salute e Sanità sottolinea come il vero valore dell’Ai non sia replicare la medicina tradizionale, ma migliorarne la qualità, garantendo continuità delle cure e maggiore personalizzazione. Integrata in app e dispositivi, l’Ai permette di potenziare l’assistenza mantenendo il paziente al centro.

Tra gli strumenti digitali più diffusi tra i medici ci sono i software di gestione dell’agenda, le piattaforme di comunicazione, il teleconsulto e la refertazione digitale. Nonostante l’adozione crescente, permangono ostacoli come la complessità d’uso, la carenza di competenze digitali, l’integrazione limitata con i sistemi esistenti e i costi elevati, fattori che richiedono formazione continua per professionisti e cittadini.

In sintesi, l’Ai rappresenta una grande opportunità per potenziare la Sanità italiana, ma il successo della trasformazione digitale dipenderà dalla capacità di combinarla con competenze, organizzazione e formazione adeguata.


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