ITAPP, il successo silenzioso della terapia precoce per bambini autistici: il modello dell’ASL Napoli 2 Nord

1 ottobre 2025 di
@kiranet.it

Nel panorama della Sanità pubblica campana c'è un progetto che, senza clamore, sta ottenendo risultati importanti nel trattamento precoce dei disturbi dello spettro autistico: si chiama ITAPP, acronimo di Intervento Terapeutico Abilitativo Personalizzato. Promosso dall’ASL Napoli 2 Nord, il programma ha coinvolto 210 bambini nei centri terapeutici di Giugliano, Villaricca, Casalnuovo e Acerra, rappresentando oggi un modello d’eccellenza a livello nazionale.

Una formula vincente: qualità clinica, fiducia delle famiglie e trasparenza gestionale

ITAPP si distingue per una formula rara nella Sanità pubblica: interventi personalizzati e intensivi per i bambini, attenzione alle esigenze delle famiglie e un rigoroso sistema di controllo delle risorse. Il progetto è stato costruito per unire qualità terapeutica e gestione efficiente, con risultati che iniziano a farsi notare anche al di fuori del territorio campano.

Un sistema di controllo all’avanguardia

Al centro del progetto c’è un solido meccanismo di monitoraggio. Un apposito Nucleo di Controllo verifica costantemente l’aderenza delle attività agli obiettivi clinici, certifica i risultati ottenuti e gestisce in modo trasparente i flussi economici. Un sistema informatico dedicato permette di tracciare ogni fase, dalla spesa sostenuta all’avanzamento terapeutico. Il risultato? Una gestione trasparente e responsabile dei fondi pubblici.

I destinatari: bambini con bisogni complessi

Nel primo anno, ITAPP ha seguito 210 bambini, suddivisi in due fasce d’età: 181 sopra i tre anni, 29 sotto i tre. La valutazione iniziale ha identificato una prevalenza di casi medio-gravi tra i bambini più grandi, segno che il progetto si è rivolto fin da subito a situazioni complesse, che richiedono interventi intensivi, su misura.

Abbandoni? Quasi inesistenti

Uno degli indicatori più sorprendenti è il tasso di drop-out, ovvero l’abbandono del percorso terapeutico: meno del 5%. In un contesto nazionale dove spesso si fatica a garantire continuità ai trattamenti, questo dato testimonia la fiducia delle famiglie e l’efficacia del modello proposto. È una conferma che il progetto funziona e viene percepito come utile e valido.

Il secondo anno: consolidamento e nuove attivazioni

Il progetto è entrato nella sua seconda fase. I bambini già seguiti stanno affrontando un percorso di consolidamento, per rafforzare i progressi ottenuti. Per i nuovi arrivati è previsto un intervento personalizzato sin dalla fase iniziale di valutazione, con un’offerta terapeutica flessibile e calibrata sui bisogni individuali. Un’evoluzione significativa è l’abolizione dei limiti di età per i bambini già in trattamento, a conferma di un approccio centrato realmente sulla persona.

Difficoltà iniziali superate con miglioramenti concreti

Come in ogni progetto ambizioso, non sono mancate le criticità, soprattutto nella fase iniziale. Le difficoltà organizzative e la carenza di figure professionali altamente specializzate hanno richiesto un rapido intervento dell’ASL, che ha risposto con modifiche gestionali e l’introduzione di strumenti valutativi più avanzati, migliorando progressivamente la qualità dell’offerta.

Gli operatori: “Un programma cucito su misura”

Gli specialisti coinvolti nel progetto sottolineano l’importanza di un approccio flessibile e adattivo. Non si tratta di applicare protocolli rigidi, ma di costruire percorsi abilitativi su misura per ogni bambino, rispettandone i tempi, le caratteristiche individuali e le modalità di apprendimento. Questo approccio, dicono, è ciò che fa la vera differenza nei risultati.

Un modello da replicare

Il bilancio del primo anno è chiaro: ITAPP funziona. Non solo per i risultati clinici, ma anche per la capacità di integrare efficacemente controllo, trasparenza e qualità terapeutica. Il prossimo obiettivo sarà consolidare i successi raggiunti e ampliare la platea dei beneficiari, con la speranza che il modello possa essere replicato in altri territori, diventando un punto di riferimento per tutta la Sanità pubblica italiana.


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