Telemedicina, ansia e demenza: quando la tecnologia restituisce umanità

10 novembre 2025 di
@kiranet.it

Meno solitudine, più serenità. È questo il messaggio che arriva da un nuovo studio dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), pubblicato su JMIR Mental Health nel novembre 2025. La ricerca, realizzata insieme a un gruppo di università internazionali, racconta come la Telemedicina possa davvero fare la differenza per chi vive con la demenza e per chi se ne prende cura ogni giorno.

Analizzando 91 revisioni e circa 3.000 studi, gli esperti hanno scoperto che la tecnologia, se usata con intelligenza e compassione, può diventare un ponte di connessione: riduce ansia, depressione e senso di isolamento, restituendo benessere e qualità di vita sia ai pazienti sia ai caregiver.

Una rete che unisce, non separa

Dai monitoraggi a distanza alle app di supporto, fino ai sistemi di Intelligenza artificiale, gli strumenti digitali stanno dimostrando di poter ridurre il rischio di cadute fino al 63% e di migliorare la sicurezza e l’autonomia delle persone.

“Quando la tecnologia è guidata da empatia e dalle giuste politiche, può unire le persone e portare speranza alle famiglie che convivono con la demenza”, afferma Natasha Azzopardi-Muscat, direttrice dei Sistemi Sanitari dell’Oms/Europa. “Non è solo un mezzo sanitario, ma un invito ad agire, affinché nessuno resti solo nell’era digitale”.

La forza della comunità

La ricerca evidenzia un punto chiave: la Telemedicina funziona davvero quando si inserisce in una rete di relazioni umane. Le iniziative locali, i servizi di prossimità e i gruppi di sostegno mantengono viva la partecipazione e l’inclusione, aiutando chi convive con la demenza a restare parte attiva della propria comunità.

Come sottolinea David Novillo Ortiz, consigliere regionale Oms per Dati, Evidenze e Salute Digitale, “la Telehealth non cura la demenza, ma può rendere ogni giornata un po’ più semplice, più serena, più umana. Anche piccoli miglioramenti nel benessere mentale o nelle relazioni sociali possono rallentare il declino e ridurre la dipendenza.

Guardare avanti

Certo, le sfide non mancano: dalla fatica digitale alle difficoltà di utilizzo per chi non è abituato alla tecnologia. Ma proprio per questo lo studio invita i governi a creare strumenti più accessibili e inclusivi, integrando la Telemedicina nei sistemi sanitari nazionali e seguendo le linee del Piano d’Azione Regionale per la Salute Digitale 2023–2030 e della Strategia Europea sull’Invecchiamento in Salute 2026–2030.

In un mondo che invecchia e cambia rapidamente, la tecnologia può diventare un abbraccio invisibile, capace di far sentire meno soli pazienti e caregiver. Non un freddo schermo, ma una finestra aperta sulla speranza, sulla cura e sulla dignità di chi continua, ogni giorno, a lottare con coraggio contro la demenza.


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