(Fonte: Comunicato stampa) Rilanciare il Servizio sanitario nazionale, apparato fondamentale per la tutela del diritto costituzionale alla salute, e riaffermarne i principi fondanti. È questa la missione delle 130 associazioni che, insieme, hanno presentato l'appello “Non possiamo restare in silenzio. La società civile in difesa della Sanità pubblica”.
Nel documento, presentato a Roma, vengono individuati dieci punti fondamentali per fermare il declino del Sistema sanitario nazionale. Queste alcune delle esortazioni: fornire risorse finanziarie adeguate e destinarle agli ambiti prioritari d'intervento (remunerazione del personale, cure primarie, domiciliarità); evitare di scaricare gli oneri sull'assistenza cosiddetta “integrativa” dei fondi e delle assicurazioni; riorganizzare le cure primarie articolandole per distretti sociosanitari e favorendo un'assistenza di prossimità; sostenere a livello europeo la creazione di una infrastruttura pubblica per la ricerca e la produzione di farmaci e vaccini; favorire la salute in modo integrato (lavoro, società e ambiente).
Inoltre, viene chiesto di escludere l'ambito sanitario dalla riforma dell'Autonomia differenziata, richiamando la sentenza della Corte costituzionale n. 192 del novembre 2024 che ha stabilito la revisione della legge. Riguardo ai Lep (livelli essenziali di prestazione), viene evidenziata l'importanza di un livello adeguato di finanziamento a garanzia dei diritti fondamentali in tutto il territorio nazionale.
Questo decalogo nasce dal confronto tra decine di realtà attive nel campo della salute. Tra queste, l'associazione Salute diritto fondamentale, l'associazione Giovanni Bissoni, Laboss, Prima la comunità, Salute internazionale, l'associazione Alessandro Liberati, Cittadinanzattiva, Gruppo Abele e Forum disuguaglianze e diversità. All'incontro di presentazione sono intervenuti Nerina Dirindin, Vasco Errani, Rosy Bindi, don Virginio Colmegna, Elena Granaglia e Roberto Traversa.