(Fonte: Ansa) Il decreto sui poteri sostitutivi di Roma in caso di gravi inadempienze delle Regioni sulle liste d'attesa nella Sanità potrebbe essere approvato anche senza il sì dei governatori, grazie a un passaggio in Consiglio dei ministri che potrebbe vararlo con una delibera motivata.
Lo scrive il Sole 24 Ore che parla di un via libera quanto prima. Un nodo, questo dei poteri sostitutivi, al centro di un braccio di ferro, ricostruisce il giornale, che si trascina da quasi sei mesi e che vede da una parte il ministro della Salute Orazio Schillaci schierato contro “l'immobilismo di diverse Regioni” e dall'altra le Regioni che vedono in questo provvedimento una invasione di campo tanto da aver bocciato lo scorso 26 marzo all'unanimità l'ultima versione del decreto inviata dal ministero e rilanciando con altre modifiche.
È previsto, scrive il Sole 24 Ore, l'esame del Dpcm sui poteri sostitutivi come primo punto all'ordine del giorno della Conferenza Stato-Regioni, mentre c'è stata una nuova riunione tecnica e adesso si incontreranno gli assessori alla Sanità della commissione Salute prima della Conferenza congiunta.
Il nodo del Dpcm ruota attorno al ruolo dell'Organismo di verifica e controllo sull'assistenza sanitaria istituito presso il ministero della Salute che nei casi delle inadempienze più gravi può intervenire al posto delle Regioni. Organismo già reso più soft visto che nella versione originaria gli si attribuivano poteri ispettivi con il ricorso ai Nas.
Regioni: “Definire insieme i poteri sostitutivi sulle liste d'attesa”
Con una lettera inviata dalla commissione Salute, le Regioni chiedono al Governo di definire insieme i criteri con cui l'esecutivo può esercitare il potere sostitutivo qualora gli enti risultino inadempienti nello smaltimento delle liste d'attesa. Secondo quanto si apprende, nella lettera si sottolinea la necessità di avere indicazioni più puntuali per le procedure previste dallo schema di decreto.
Le Regioni chiedono dunque al ministero della Salute di concordare “tecnicamente” le modalità per consentire sia al ministero sia alle stesse Regioni “la piena operatività del piano di riduzione delle liste d'attesa”.