Sanità, il cardiologo Colivicchi: “L’Ai migliora le prestazioni sanitarie in tutti i contesti”

19 maggio 2025 di
Sanità, il cardiologo Colivicchi: “L’Ai migliora le prestazioni sanitarie in tutti i contesti”
KIRANET srl, Alessia Di Maio

(Fonte: Adnkronos) I sistemi di Intelligenza artificiale possono essere un ausilio centrale nella gestione dei percorsi dei pazienti e in particolare della diagnostica. Sono già disponibili evidenze scientifiche molto rilevanti che, ad esempio, mostrano come nella gestione della diagnostica per immagini, l'Intelligenza artificiale è in grado di migliorare la performance degli operatori garantendo la soluzione di alcuni problemi che potrebbero sfuggire all'operatore che non abbia un'esperienza particolarmente significativa.

Quindi l'Intelligenza artificiale dà un contributo importante e può essere anche un sistema e una risorsa che aiuta nella gestione del percorso clinico del paziente identificando specifici problemi e garantendo nel tempo una maggiore continuità delle cure. Quindi è una condizione particolare di supporto a chi deve garantire un'adeguata qualità delle cure.

È questo, in estrema sintesi, il pensiero di Furio Colivicchi, past president Anmco, associazione nazionale medici cardiologi ospedalieri e vicepresidente Fism, Federazione società medico scientifiche italiane, enunciato in occasione di “Ai Week”, la fiera europea dedicata all’Intelligenza artificiale che si è appena conclusa a Rho-Fiera Milano.

Colivicchi spiega che “quando l'Intelligenza artificiale entra in campo, la qualità complessiva delle prestazioni sanitarie migliora in tutti i contesti: dall'emergenza all'urgenza fino alla gestione clinica ordinaria dei pazienti”.

Nelle malattie cardiovascolari “il contributo nella diagnostica per immagini, ma anche nella gestione dei percorsi in emergenza è già una realtà - aggiunge Colivicchi -. Si parla spesso di timori nell'utilizzo dell'Intelligenza artificiale, ma la centralità comunque del clinico è sempre fondamentale. L'Intelligenza artificiale non rappresenta una minaccia nel contesto clinico perché non può sostituirsi alla prestazione sanitaria che viene garantita dal medico. La prestazione sanitaria complessiva, la presa in carico, la cura è qualcosa di molto complesso che attiene a una capacità del clinico e del personale sanitario nella gestione di una relazione complessa e complicata con un essere umano. L’Ai può supportare nelle scelte sui percorsi diagnostici e terapeutici, ma non può sostituirsi a chi poi deve effettivamente garantire la presa in carico del paziente. Quindi non rappresenta un pericolo per nessuno - rimarca il cardiologo - è solo una risorsa che può aiutare nella gestione clinica dei pazienti”.


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